Non sforzarti: la comunicazione con gli angeli è un processo spontaneo

Estratto dal libro Visioni di Angeli
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Per una triste ironia, le persone che più amano gli angeli spesso sono proprio quelle che incontrano maggiori difficoltà nel vederli!

In quasi tutti i miei corsi, si presenta una coppia così assortita: una donna che ama gli angeli arriva accompagnata dal proprio affezionato marito. Lei indossa una felpa con un disegno di un angelo, orecchini a forma d’angelo e un ciondolo che raffigura un angelo. Lui non nutre alcun interesse per gli angeli, ma partecipa al seminario per far piacere alla moglie.

Poi il corso ha inizio e, prima dell’ora di pranzo, guido il pubblico in un esercizio che aiuta a vedere gli angeli. Il marito vede angeli e cari defunti e dice alla moglie: “Wow, tesoro, che esperienza incredibile! Grazie per avermi portato a questa conferenza.” Lei, dal canto suo, non vede nemmeno l’ombra di un essere celeste e scatta verso di lui, esclamando: “Com’è possibile che tu veda gli angeli? Ma se nemmeno ti piacciono!”.

La frustrazione della donna nasce dalla convinzione di fondo che, dal momento che lei ama gli angeli, ha diritto a esclusivi privilegi. Ma gli angeli si dedicano a tutti noi con la stessa attenzione, e si manifestano anche a chi non crede in loro e a chi non ne aveva mai sentito parlare. Lo scoglio principale della donna è proprio quel suo disperato desiderio di vederli, che la porta a cercare con troppa insistenza questo tipo di esperienza. Il marito, che ha un atteggiamento più distaccato, è tranquillo e quindi più aperto e ricettivo. Un marito che corrisponde a questa descrizione ha di recente completato il mio corso per ottenere la certificazione di Angel Therapy Practitioner. Eppure, la prima volta, un paio di anni fa, era stato letteralmente trascinato dalla moglie a uno dei miei corsi.

Quindi, se ti sforzi di vedere gli angeli, in realtà, potresti ottenere l’effetto opposto e non riuscire a entrare in sintonia con loro. La paura che ti porta a forzare le situazioni nasce da un senso di solitudine e dalla convinzione che “dipenda da te”. I nostri incontri con gli angeli, invece, nascono dal volere degli angeli, dei maestri illuminati e dei nostri cari defunti. Se desideri incontrare gli angeli, tieni presente che il gioco di squadra porta a risultati migliori.


Visioni di Angeli di Doreen Virtue

 

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Visioni di Angeli – Doreen Virtue
Il metodo per entrare in contatto con gli angeli

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Il coraggio di fare tutto il possibile

Estratto dal libro L’Angelo della Creatività
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Thomas Edison affermò: “Il genio è per l’1 per cento ispirazione e per il 99 per cento sudore.” In altre parole, non è sufficiente avere una grande idea o sognare un lavoro creativo. Devi agire per passare dal sogno alla realtà, anche se ti senti insicuro e pieno di dubbi. Ricorda che le idee vogliono essere realizzate e, se tu non ti fai avanti, l’idea continuerà a viaggiare nell’etere finché non troverà qualcuno che la metta in atto.

Molte delle idee creative che ricevi a prima vista possono spaventarti. Spesso richiedono che tu esca dalla tua “zona di comfort” e che ti spinga a esplorare nuove frontiere. Se non sai come dare forma a un’idea, non lasciare che questo ti fermi. Puoi fare ricerche su internet, parlarne con un mentore e collaborare con altre persone.

Se pensi di non avere abbastanza denaro per creare la tua visione, diventa creativo!
Se necessario, cerca un investitore. Basta che continui ad andare avanti, a qualunque costo.


La regola dei dieci anni e quella delle diecimila ore
Studi condotti su persone creative hanno scoperto che ci vuole una media di dieci anni di pratica costante prima che arrivi il primo successo. I ricercatori la chiamano la “regola dei dieci anni”. Può certamente capitare che il successo arrivi da un giorno all’altro, ma di solito è preceduto da anni di preparazione. In base a questi studi le forme più efficaci di pratica sono quelle in cui ti spingi fuori dalla tua zona di comfort per migliorare le tue capacità (Sawyer, 2012).

Ogni persona di successo deve imparare qualcosa di nuovo lungo la strada. Di sicuro io ho dovuto farlo. Quando ho lasciato il terreno sicuro dei libri di self help che ero abituata a scrivere per cimentarmi in un romanzo, un libro per bambini e due libri di ricette, dovetti compiere più ricerche del solito. C’erano momenti in cui mi sentivo molto insicura, ma il desiderio di creare era più forte delle mie paure. Chiunque abbia una professione creativa deve lavorare duramente per andare avanti nel proprio settore. Per far questo bisogna sviluppare e mantenere l’efficienza creativa. In altre parole, devi essere molto bravo in quello che fai.

Per esempio, alcuni ricercatori condussero degli studi sui violinisti, scoprendo che i più “talentuosi” erano in realtà quelli che si esercitavano a suonare il proprio strumento il doppio delle ore degli altri violinisti. Lo psicologo Anders Ericsson scoprì che una media di diecimila ore di pratica intenzionale (quando ti spingi a trovare nuove strade) conduce all’efficienza in quasi ogni impresa creativa (Ericsson et al., 1993, 2007; Ericsson, 2013). Ulteriori studi appurarono che il numero di ore di pratica intenzionale era correlato all’efficienza e al talento nei pianisti, nei dattilografi, negli atleti e nei medici (Ericsson op. cit.; Krampe e Ericsson, 1996).

Alcuni giornalisti hanno divulgato il lavoro di Ericsson parlando di “regola delle diecimila ore” per diventare un esperto in qualsiasi campo. Ericsson però puntualizza che diecimila ore non è un numero magico, ma la media del tempo di pratica richiesto.  Inoltre aggiunge che la pratica deve essere intenzionale e spingerti a migliorare. Quando scrissi il mio primo libro, non m’illudevo che la vita di una scrittrice di successo fosse piena di “glamour”. E meno male! Se l’avessi fatto sarei rimasta delusa.

Il lavoro creativo è uguale a qualsiasi altro tipo di attività. Devi comunque occuparti di questioni materiali come svuotare la spazzatura, mantenere i contatti, fare ricerche e pubblicizzarti. Spesso significa lavorare più duramente e per più tempo rispetto a un lavoratore dipendente.


La necessità aguzza davvero l’ingegno
Come ho già scritto, un vecchio adagio afferma che la chiave per il successo è trovare un bisogno e poi offrirsi di soddisfarlo. Spesso è così che si scatena la creatività. Hai mai desiderato che qualcuno inventasse un prodotto o un servizio per aiutarti con un problema ricorrente? Bene, quella persona potresti essere tu!

È così che gli inventori vengono ispirati a creare i loro prodotti e servizi. Essendo una persona molto visiva, a volte vedo immagini di bellissimi oggetti con l’occhio della mente. Per esempio, visualizzo mentalmente la copertina di un libro, una carta oracolare, una delle mie stanze arredata in una certa maniera o un bel vestito che mi piacerebbe indossare. Ho scoperto che di solito queste visioni corrispondono a oggetti che non esistono. Perciò, se li voglio veramente, devo o crearli io stessa o trovare qualcuno che lo faccia per me.

La necessità aguzza davvero l’ingegno! Quando osservo la mia stanza, vedo la mensola che ho decorato. Avevo una cassa stereo che non sapevo dove mettere. Non volendo una semplice mensola, ne immaginai una a forma di angelo di foggia antica. La cercai su internet ma mi resi conto che quell’oggetto esisteva solo nella mia mente. Quindi acquistai qualcosa di simile (una mensola bianca incompiuta con un cherubino), la dipinsi e la decorai.

Adesso, quando vedo la mensola, sento una connessione artistica. Dedicarsi al fai-da-te con i vestiti e l’arredamento della casa è divertente, economico e soddisfacente dal punto di vista creativo. Riciclare vecchi oggetti, trasformandoli in qualcosa di nuovo, è anche un modo per rispettare l’ambiente. Spesso allungo qualche mio abito o aggiungo le maniche utilizzando vecchi tessuti o parti di vestiti che non metto più.

Una volta ho persino riutilizzato un libro! Prima di iniziare a lavorare con la mia casa editrice attuale, scrissi un libro spirituale per un altro editore. Quando consegnai il manoscritto, l’editore ne rifiutò circa la metà. Invece di arrabbiarmi, misi le pagine rifiutate in un file sul desktop del mio computer. Il materiale mi piaceva, così non permisi che l’opinione dell’editore smorzasse il mio entusiasmo per ciò che avevo scritto.

Alcuni anni dopo, mentre stavo lavorando a Guarire con gli Angeli, fui lieta di scoprire che le pagine che avevo scritto in precedenza erano perfette per il nuovo libro. I miei lettori lo hanno apprezzato e hanno condiviso con me il conforto che ne hanno tratto.


L'Angelo della Creatività di Doreen Virtue

 

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